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314 capitolo vi

ed esterne nei fenomeni di moto, e riesce infine ad esprimere un’ipotesi di solidarietà di tutte le cose sensibili.

Gli sviluppi della Meccanica energetica e quelli dell’Ottica elettro-magnetica ci famigliarizzano, per due vie diverse, con una simile veduta; ma a nostro avviso si oltrepassa la misura quando si vogliono sopprimere le distinzioni che si riattaccano al concetto primitivamente dato della materia (cfr. §§ 17, 19), piuttosto che ritenerle come una prima approssimazione necessaria nello sviluppo delle conoscenze, la quale deve essere progressivamente corretta per integrazioni successive.


Emerge dalla critica precedente che se si lascia cadere il principio d’inerzia generalizzato, vi è luogo a costruire una generale Dinamica non-newtoniana dove si estenda l’osservazione dei dati determinanti il moto

1) o nel tempo, con una ipotesi d’eredità;
2) o nello spazio, con una ipotesi di solidarietà, che può essere sostituita alla prima.

Le alterazioni permanenti dei corpi elastici (fenomeni d’isteresi elastica) ci avevano suggerito l’ipotesi 1); i fenomeni ottico-elettro-magnetici ci hanno porto la veduta 2), la quale è atta a render conto dell’eredità apparente che si riscontra p. es. nella isteresi magnetica, poichè basta postulare una modificazione dell’etere circostante.

Ora importa rilevare più esplicitamente che:

La Dinamica elettrica è una determinazione particolare della dinamica non-newtoniana, che nasce dal sostituire il principio di inerzia generalizzato con un’ipotesi di solidarietà del campo di moto, lasciando fermi i principii dell’equilibrio e del moto incipiente.

Infatti abbiamo avvertito (con Wien) che le leggi della Dinamica elettrica porgono approssimativamente quelle della Dinamica newtoniana, e l’approssimazione è tanto maggiore quanto più piccola è la velocità del mobile, sicchè le leggi dell’equilibrio e del moto incipiente risultano esatte.

La circostanza che le ipotesi della Dinamica elettrica conducano alla validità approssimativa della Dinamica newtoniana, non dipende del resto dalla particolare determinazione di quelle ipotesi.

Infatti se riprendiamo in generale l’ipotesi di solidarietà del campo di movimento di un punto P, vediamo che questa c’induce a ritenere una progressiva variazione locale del campo (dipendente dal moto di P ecc), la quale si propaghi con una certa velocità v.

Il principio d’inerzia generalizzato corrisponde a prendere v = ∞, e questa posizione può assumersi senza errore apprezzabile, tutte le volte che la velocità di P sia abbastanza piccola rispetto a v.

Il grado di piccolezza non può essere fissato a priori, poichè esso dipende fra l’altro dal sistema di riferimento del moto.