Pagina:Epigrammi di Dafnide Eretenia.djvu/17

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XXVI.

da marziale.


Del vate Teodoro
     La biblioteca ha divorato il foco:
     E Febo sofferì tanto disdoro?
     Ah Numi ben dappoco!
     Oh gran fallo! oh sciagura! E per qual fato
     Con essa anco il padron non s’è bruciato?


XXVII.

da oveno.


Non v’ha, diceva un pappagallo, al mondo
     Un altro augello al par di me facondo;
     A cui soggiunse un’oca: e dove trovi
     Altro che meco a scrivere si provi?


XXVIII.

da ausonio.


Infelice Didon! di due mariti
     Misera negli amori:
     Muor l’uno, e fuggi; fugge l’altro, e muori.