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Pagina:Epigrammi di Dafnide Eretenia.djvu/25

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LII.

dallo stesso.


Vuoi poeta sembrar, e nulla reciti;
     Ma sii qual vuoi, Mamerco,
     Purchè nulla tu dica, io più non cerco.


LIII.

dallo stesso.


Son miei que’ versi, è vero;
     Ma allora che tu recitar li vuoi,
     Cominciano esser tuoi.


LIV.


Scrive de’ pizzicagnoli
     Nelle botteghe, ovver degli speziali,
     Certo tale sonetti e madrigali:
     Così i suoi versi un dì non si dorranno,
     Se ov’ebber culla anche la tomba avranno.