Pagina:Epistole di Dante Allighieri.djvu/237

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disputa 193

che l’acqua abbia forma rotonda ovunque intorno al centro, è d’uopo che in qualche distanza essa apporti l’ostacolo di alcun convesso. In quarto luogo, allorchè argomentavasi: Se la terra non fosse inferiore ecc.; dico che quella ragione fondasi sul falso; e però nulla vale. Imperciocchè credono i volgari e gl’ignari dei fisici argomenti, che l’acqua ascenda alle cime dei monti, ed anche al luogo delle fonti, in forma acquea; ma questo è molto puerile, giacchè le acque si generano ivi (siccome sappiamo dal Filosofo nelle sue Meteore), salendo la materia in forma di vapore. E per ultimo, quando dicesi che l’acqua è corpo imitante il globo della luna; e perciò conchiudesi, che dev’essere eccentrica, essendo eccentrico il globo lunare; dico che codesta ragione non ha necessità, perchè sebbene l’uno imiti l’altro in una cosa, non per questo è necessario che lo imiti in tutte le cose. Vediamo il fuoco imitare la circolazione del cielo, e tuttavia non lo imita nel non muoversi rettamente, nè nel non avere il contrario alla sua qualità: e perciò la ragione non procede. E ciò basti quanto agli argomenti. — Così dunque si determina la disputa ed il trattato della forma e del sito dei due elementi, siccome fu proposto in principio.

§. XXIV. Questa filosofica discettazione fu determinata, dominando lo invito Signore Cane Grande della Scala per l’Impero sacrosanto romano, da me Dante Allighieri, minimo tra i filosofi, nella inclita città di Verona, nel tempietto di sant’Elena 1 alla presenza di tutto il clero veronese, eccetto certuni, i quali ardenti di troppo amore di sè non ammettono gli altrui postulati, e per virtù di umiltà poveri di Spirito Santo, per non sembrar d’approvare l’eccellenza degli altri, ricusano d’intervenire ai sermoni loro. — E ciò fu fatto nell’anno della natività del Signor nostro Gesù Cristo millesimo trecenvigesimo, in giorno di Domenica, che il prefato nostro Salvatore per la gloriosa sua nascita e per la maravigliosa sua risurrezione c’impose di venerare; il qual giorno fu pure il settimo delle Idi di Gennajo, e decimo terzo avanti le Calende di Febbrajo.


FINE.

  1. Probabilmente per inavvertenza nel Viaggio di Teodoro Hell in Italia sulle orme di Dante (Treviso, 1841, pag. 106) è detto invece nella chiesa di st. Anastasia; ed oltracciò è sbagliato il titolo della tési, ponendosi sull’Acqua o sul Fuoco: ma di tali qui pro quo ve n’ha parecchi in quel libro; intendo dire nella parte di cui è autore il sig. Hell, non ammettendo eccezioni le tre Appendici che seguono, una delle quali da me col debito onore ricordata nella 1.ma delle due note aggiunte alla Prefazione, pag. XXV.