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madre la morte di Geta. Similmente levò di vita la propria moglie, figliuola di Plauziano che se ne slava rilegata in Sicilia, e un suo fratello cugino nominato Severo, il figliuolo di Pertinace e di Lucilla: in ultimo quanti rimaneanvi di stirpe imperiale, o di patrizia senatoriale nobiltà. Uccise ancora tutti i comandanti ed i governatori delle provincie, accusandoli di amicizia con Geta, e spendea le intiere notti a variare questi orribili macelli. Fece sotterrare vive delle vergini vestali, quasi avessero contaminato il pudor verginale.

Finalmente commise scellcragine non più udita nè fatta : assistendo egli a’ giuochi del circo, scagliò il popolo non so che motteggi contro un cocchiere suo favorito. Saltatogli in testa che si beffassero di lui, comanda a’ reggimenti della guardia di dargli addosso, e imprigionare ed uccidere tutti coloro che aveanò ingiuriato il cocchiere. Ma i soldati facendosi valere la licenza di rubare e ferire, e non essendo al caso di distinguere coloro che aveano sparlato, perchè in tanta folla si menila la verità, fecero man bassa indistintamente di tutti quei che cadean loro sotto mani, ovvero, rubatigli di ogni cosa, ne riscattavano a caro prezzo la vita.

Dopo tali cose straziato dagl’interni supplizj con cui gli martoriava l’animo la scellerata