Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/243

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istoria libro vii. 239


dato i tirannici capricci di Massimino, furono dalla plebe trascinati e poi gettati alle fogne. Ve n’ebbe ancora di molti trucidati senza colpa: che a chiunque venisse in testa era lecito di fare forza alla casa del suo creditore, e avversario di cause civili, o altre benché più menomissime, e quivi tagliarlo a pezzi, e porre tutto a saccheggio. Così, sotto spezie di libertà e pretesto di pace, si commetteano tutti gli eccessi della guerra civile. E a tanto aggiunse il furore del popolo, che Sabino stesso prefetto della città, e personaggio che avea disimpegnato molte cariche consolari, provandosi quietare il tumulto, venne ucciso da un colpo di legno scagliatogli in testa.

Ma il senato, essendosi gittato nel pericolo, non lasciava di porre in opera ogni mezzo per far ribellare le provincie contro Massimino che gl’incuteva il più grande terrore. Mandava ambascerie a tutti i governatori, formate de’ cavalieri e de’senatori i più ragguardevoli, con lettere per le quali esponeva la sua mente e quella del popolo romano, confortandogli ad abbracciare la difesa della comune patria e de’ suoi magistrati, e fare di tutto per indurre le nazioni a preservarsi fedeli al popolo romano, al quale ab antico appartenea l’imperio, e quella congiunzione di amicizia e di alleanza da’ loro mag-