A Perse il vero favellar. — Or dunque
Non una sola è la Tenzone in terra;
Ma due d’indole avversa, onde diresti
L’una degna d’onor, l’altra di sprezzo.
Di fiere lotte e d’odii una è feconda,
Invisa a ogni mortal, che sol le è ligio
Per immutabil volontà dei numi;
L’altra, che è figlia dell’oscura Notte,
Nacque prima di quella, e alma migliore
Sortì da Giove che sublime impera
Nella terra, nel ciel, negl’imi abissi.
Questa sprona i mortali alle fatiche
Ch’ove lo scioperato altri già ricco
Vegga provvido arar, piantarsi il campo,
Governar sua magion, si desta, e a gara
Fa il vicin col vicin che beni aduna.
Tenzone amica dei mortali è questa
È gara tra vasai, gara tra fabbri,
Tra mendichi, tra vati. – Apri la mente,
O Perse, ai detti miei. Te sì proclive
Al forense piatir la rea Tenzone