Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/146

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     A dar lo scotto per comun banchetto:
     Chè poco spendi, e gran favor n’acquisti.
A Giove non libar, nè agli altri numi
     In sul mattin le rubiconde spume
     Con mani immonde: chiuderian sdegnosi
     Gli orecchi alle tue preci. Al sol di contra
     Diritto acqua non far, nè da che imbruna
     Il giorno, tel rammenta, infino all’alba,
     Sia ch’entro via cammini, o fuor di via,
     Nè nudo: chè la notte ai Divi è sacra.
     L’uomo di verecondo e pio costume
     Ciò fa curvato, o d’un parete accanto
     D’orto chiuso. Se il talamo segreto
     Te mesca alla tua sposa, immondo ancora
     Non presentarti al focolar; ten guarda.
     Non reduce da rito atro, funèbre,
     Ma dal banchetto sacro ai Divi, attendi
     A crear figli. Non guadar giammai
     Le limpide onde dei perenni fiumi
     Senza prima pregar rivolto il viso
     Alle belle correnti, e terse avendo

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