Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/168

Da Wikisource.

– 152 –

     Di su gli omeri ognuno, orrida vista!
     Cento braccia scotea, cinquanta teste
     Spuntavan fuor dagli omeri ad ognuno
     Su membra noderose immensa, invitta
     Lor forza in corpo immane, i più tremendi
     Di quanti a Uran ne partorì la Terra.
     Onde sino dal primo ebbeli in odio
     Il padre, e a mano a man che ognun nascea
     Ei li cacciava della terra in fondo,
     Loro togliendo il riveder la luce,
     E di tale opra ria prendea diletto.
Ma forte doglia ne sentì la Terra,
     E a truce frodolenta arte appigliossi.
     Del crëato da lei lucido ferro
     Fe’ tosto una gran falce, e ai figli suoi
     Ardita favellò col cruccio in core
«Miei figli, e figli d’un perverso padre,
     Se volete ubbidirmi, a noi fia dato
     Del padre vostro vendicar gli oltraggi
     Ch’egli fu primo a farsi iniquo.» — Disse;
     E tutti strinse un gel, nè feano motto.

201 — 167