Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/169

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     Ma baldo il grande frodolento Crono
     Si trasse innanzi, ed all’augusta madre
     In tal modo parlò: «Madre, io ti giuro
     Di compir ciò ch’imponi: alcun riguardo
     Per l’esecrato genitor non nutro
     Ch’egli fu primo a farsi iniquo.» — Ei disse,
     E la gran Terra ne gioendo in core
     In agguato lo mise, e in man gli pose
     La falce aspra dentata, e dell’ordito
     Inganno lo fe’ dotto. – Il grande Urano
     Vien guidando la Notte, e desïoso
     Di voluttà si corca, e sulla Terra
     Ampiamente procombe. Il figlio allora
     Esce della latèbra, e colla manca
     Gli afferra, e colla destra, alzato il diro
     Lungo ferro dentato, i genitali
     Ratto gli spicca, e li sbalestra lunge
     Di retro alle sue spalle. Eppure inani
     Non volâr quelli dalla man: chè quante
     Gocce sanguigne ne stillâr, la Terra
     Le accolse in grembo, e col girar degli anni

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