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     Bronzea porta,e muraglia intorno intorno,20
     E vi veglian custodi e Cotto e Gia
     E il forte Brïareo fedeli a Giove.
     Il tenebroso tartaro e l’opaca
     Terra, il mare infecondo e il ciel lucente
     Per ordine hanno quivi i fonti e i lidi.
     Squallida chiostra, ai numi stessi orrenda.
     Vorago immane! a chi ne penetrasse
     La soglia, un anno inter saria pur poco
     A battere sul fondo: chè travolto
     Nelle spire dei turbini n’andrebbe;
     Portento pauroso anche agli Dei!
     Là pur dell’atra Notte è il diro tetto
     Sepolto entro caligine profonda.
Di contro a questo di Giapeto il figlio
     Indefesso suffolce il vasto cielo
     Col capo e colle braccia immoto e ritto,
     Dove la Notte e il Dì giunti di fronte
     Si dan la muta valicando a un tempo
     Il grande bronzeo limitare; e mentre
     Quell’entra, questo n’esce; entrambi mai

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