Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/201

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     Quella magion non serra. Allorchè l’uno
     Uscito della soglia intorno gira
     La terra, l’altra nell’ostello attende,
     Finchè alla volta sua quello ritorni.
     L’uno ai mortali la dïurna lampa,
     L’altra ad essi per mano adduce il Sonno,
     Germano della Morte: orrida Notte
     Di dense ombre ravvolta. — Ivi han pur sede
     La Morte e il Sonno, della Notte oscura
     Prole diva e possente. Il sole, o ascenda
     L’erta del cielo o giù dal ciel si cali,
     Col raggiante occhio suo non mai li scorge.
     L’un per le terre e il vasto pian dei flutti
     Va queto queto, e molce i petti umani;
     Ma l’altra in seno ha cuor di ferro, un’alma
     Fella, spietata: l’uom che afferra uccide;
     Dai sempiterni numi anco abborrita.
Là di contro son pur del nume inferno
     Le alte magioni, del temuto Dite,
     E della cruda Proserpína. E un fero,
     Implacato mastino e frodolento

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