Vai al contenuto

Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/210

Da Wikisource.

— 202 —


     Per Mnemosine bella,25 onde le nove
     Muse d’aurea corona il crine avvinte,
     Vaghe di feste e voluttà di canto.
Indi Latona coll’Egioco nume
     Avvinta in dolce amor partorì Febo,
     E l’arciera Dïana, amabil prole
     Agli Dei dell’Olimpo. — Ultima moglie
     Tolse la vaga Giuno, che commista
     Col sovrano dei numi e dei mortali
     Ad Ebe, a Marte e ad Ilitia diè vita.
     Ma da sè dal suo cranio avea prodotto26
     L’occhi-azzurra Tritogene, potente
     Svegliatrice di bellici tumulti,
     Condottiera di schiere, augusta, invitta,
     Cui giovano di guerra i gridi e il cozzo.
     Di che Giuno crucciosa, alla sua volta
     Senza il laccio d’amor produsse il chiaro
     Vulcan, che tutti gli Uranidi avanza,
     Fabbro ingegnoso. — Di Nettun sonoro
     E d’Anfitrite nacque il grande, il forte
     Triton, che re del salso fondo, accanto

1083 – 933