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     L’Erculea forza, superati i duri
     Scontri, sposossi nel nevoso Olimpo
     Ebe vezzosa, del gran Giove ancella,
     E di Giuno che calza aurei coturni.
     Vinti i perigli, fra gli Dei sì chiaro
     Felice vive gioventù perenne.
E Perside, la bella Oceanina,
     All’indefesso Sol, lampa del mondo,
     Partorì Circe e il rege Eeta; e questi
     Sposò, volenti i Numi, Idia vezzosa,
     Figlia dell’Oceáno, inclito fiume;
     E con lei misto in dolce amore ei n’ebbe
     La piè-vaga Medea. — Salvete or voi,
     Cittadini d’Olimpo, a cui soggetti
     Si stanno i continenti e i salsi flutti.
     La schiera delle Dive or voi mi dite,
     O soavi nel canto Olimpie Muse,
     Dell’Egioco figliuole; or dite quante
     Saliro umano letto, ed immortali
     Mortali generâr simili a Divi,
Cerere diva con Iasio eroe

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