Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/232

Da Wikisource.

— 224 —

     Arïon destramente aggira e reggi,
     E quanto puoi m’aïta.» E così detto,
     Veste i gambier di fulgid’oricalco,
     Insigne dono di Vulcano; il petto
     Serra nella corazza aurata, e bella
     Di squisito lavor, datagli in dono
     Da Pallade Atenea figlia di Giove,
     Quando in procinto d’affrontare egli era
     Gli aspri perigli. Schermidore un brando
     Agli omeri sospende il fiero eroe;
     La faretra capace al tergo adatta,
     Piena di molte rigide saëtte,
     Del mortale silenzio apportatrici,
     Ch’hanno in cima la morte, e stillan pianto;
     Liscio, largo hanno il mezzo e il fondo ascoso
     D’ala d’aquila fosca. Asta tremenda,
     Onde di rame folgora la punta,
     Egli brandisce; all’immortal sua testa
     Adatta, e calca sulla fronte, un elmo
     Robusto e a fregi, e ben temprato all’uopo,
     Che d’Ercole divin protegga il capo.

159 – 138