Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/237

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     È da presso allo scudo, e par nol tocchi,
     Ma nell’aere si libri:5 o il chiaro Storpio
     Tale in or lo facea: calzari alati
     Ei porta; di ner elsa un ferreo brando
     Agli omeri sospeso giù gli scende,
     E ratto al pari del pensiero: a tergo
     Dell’orrida Gorgòn gli pende il capo
     D’argenteo velo avvolto: opra miranda!
     E il lembo in oro ne rifulge: il diro,
     Bruno al par della notte, elmo di Pluto
     Calca la fronte al prence. Accapricciato
     Sembra ratto fuggir di Danae il figlio
     Dinanzi alle nefande empie Gorgòni,
     Che l’incalzan d’attingerlo bramose.
     Mentre su verde adamantino piano
     Esse corrono, par ch’alto ne suoni
     Intronato lo scudo, e due dragoni,
     Che lor cingono il fianco, ergono in arco
     Le teste, e si lambiscon colle lingue
     Sogguardano feroci, e fan dei denti
     Sentire il ringhio, e intanto alto terrore

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