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4 La guerra dei Lapiti coi Centauri accenna, come bene
osserva il Göttling, al primo miglioramento recato
nell’ordinare le schiere a battaglia e nella scelta
delle armi, di fronte a torme imperite d’ogni arte
guerresca.
5 È un’iperbole poetica: è una rappresentazione simile a tante altre varcanti i confini del vero, in cui si imbatterà chi legge questo poemetto. Vedasi pure in Plinio, Stor. Nat., XXXIV, 42, passo citato dal Göttling. Ciò vuol dire, che la figura mostrava un apparente distacco dalla sua base.
6 Lo scudo rendea dunque l’imagine della superficie terrestre, quale era concepita nel periodo epico, cioè una sfera terminata in giro dall’Oceano. Il qual concetto continua fino ad Ecateo (5oo av. C.), ed è Erodoto, che primo spezza quel cerchio.
7 V’ha chi traduce cantavano: la voce del testo è ēpuon. Ma chi ne consideri il valore etimologico, vede tosto, che cantavano non le va a capello. Si ha infatti in quella parola la radice indiana vāk′, che vedesi pure in vōc di voce, la quale non implica certo idea di canto. Il poeta quindi intese dire, che il fabbro ingegnoso avea rappresentato i cigni col becco aperto, come in atto di metter fuori la garrula voce, e colle ali dispiegate in atto di volar a fior d’acqua, e di farle stridere,