Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/246

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     Versò sanguigne stille, al prode figlio
     Segnale della mischia. E qual zannuto
     Fiero cignal,8 che di pugnare ha fermo
     Col cacciator nelle montane selve,
     Curva la giubba le sue zanne affila
     Versando bava dal rignoso ceffo,
     Ruote di fiamma sono gli occhi, ed irto
     L’aspro dosso è per rabbia; iroso al pari
     Giù dal cocchio balzò di Giove il germe.
Quando la bruna stridula cicala
     D’intra le frondi col suo canto annunzia
     All’uom l’estate, di rugiada molle
     Pasciuta e abbeverata; essa dall’alba
     Non cessa dal suo metro il giorno intero,
     Mentre le facce adugge il Sirio, e molli
     Di sudore ne fa; quando l’arista
     Spunta prima del miglio seminato
     Nell’ardente stagione, e l’uve acerbe
     Tinge dubbio colore, allora avvenne
     Fra i duo rivali la tremenda pugna.
E come due lïon per cerva uccisa

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