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DI FRANCESCO REDI. 39

s’ingenerano, e nel cervello e nella spinal midolla, ancorchè quegli del cervello sieno maggiori, più belli e più forti. Ma del numero de’ giorni ne’ quali resta compiuta l’opera, egli è molto lontano da quel che ne scrisse Virgilio, il quale ne assegnò nove; ed egli arriva sino al numero di trentadue; e Giovanni Rucellai nel suo gentilissimo poemetto dell’Api, senza farne menzione, sotto silenzio gli passa, ancorchè tutto quanto questo magistero diffusamente descriva:

Ma però s’elle ti venisser meno
     Per qualche caso, e destituto fossi
     Dalla speranza di poter averne
     D’alcun luogo vicino, io voglio aprirti
     Un magistero nobile e mirando;
     Che ti farà col putrefatto sangue
     Da i morti tori ripararle ancora;
     Come già fece il gran pastor d’Arcadia
     Ammaestrato dal ceruleo vate,
     Che per l’ondoso mar Carpazio pasce
     Gli armenti informi de le orribil foche:
     Perciò che quella fortunata gente,
     Che beve l’onde del felice fiume,
     Che stagna poi per lo disteso piano
     Presso al Canopo, ove Alessandro il grande
     Pose l’alta città ch’ebbe il suo nome.
     La quale ha intorno sè le belle ville,