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Ad ogni modo il Museo torinese riacquistava l’antico splendore; e vi si ammirava una ricca collezione di medaglie e monete, ch’erano portate a trentamila; la quale venne in progresso di tempo notevolmente ridotta, essendo che quelle monete che appartenevano ai tempi di mezzo furono destinate ad accrescere la raccolta numismatica che si conserva nel palazzo reale.

Le antichità egizie, che Bernardino Drovetti, console generale di Francia in Egitto, aveva con pazienti cure adunato, procacciarono al Museo di Torino un lustro inatteso e dagli stranieri mai sempre invidiato. Per buona ventura i governanti di Francia, durante il periodo della restaurazione, non furono nè molto solleciti nè troppo avveduti nel determinarsi all’acquisto di tanti e così rari e splendidi monumenti, che il Drovetti aveva loro offerto: i ministri del re Vittorio Emanuele e quindi del re Carlo Felice, avvalorati dal consiglio dei dotti piemontesi, e dai non interrotti ufficii del conte Carlo Vidua e del cav. Cesare Saluzzo1, comperarono la grande raccolta egiziana

  1. Al conte Vidua e al cav. Saluzzo spetta veramente il merito principale di aver procurato al Piemonte la grande raccolta egiziana, della quale i dotti francesi già si credevano possessori. Scriveva il Vidua al Saluzzo (3 agosto 1820): «Ho fatto ogni sforzo per determinare il sig. Drovetti a cedere la sua collezione