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insieme nei Marmora taurinensia1 le centosette iscrizioni, rappresentate in altrettante tavole incise. Le quali crebbero poi di numero, quando il padovano Giuseppe Bartoli, per eccitamento di Carlo Emanuele III (1761), si tolse il carico di raccogliere i marmi che si trovavano in alcune città del superiore Piemonte.

Di quali monumenti si componesse la raccolta delle antichità figurate, per mancanza dei vecchi cataloghi e per la imperfezione dei successivi, non è dato conoscere: è tuttavia facile il congetturare che varii marmi, come il Cupido addormentato, e parecchi busti d’imperatori e d’illustri personaggi storici vi si comprendessero: probabilmente v’erano entrati alquanti idoli in bronzo scoperti nella Sardegna, e la troppo decantata Tavola isiaca. Dicasi lo stesso di altri bronzi e della collezione numismatica2.

Molti oggetti che si andavano scuoprendo nell’isola di Sardegna e nel Piemonte, specialmente nel sito dell’antica Industria, venivano ad arric-

  1. Marmora Taurinensia dissertationibus et notis illustrata: pars 1ª (1743), pars altera (1747).
  2. Gaspare Craveri nella sua Guida dei forestieri per la Real Città di Torino, pubblicata nel 1753, scriveva: «Attiguo alla Libreria vi è il Museo delle antichità, cioè medaglie in oro, in argento ed in metallo, che ascendono al numero di 30,000 e più, come pure di statue, idoli, pietre, cammei ed altre simili cose».