Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/235

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scherzi 229



     25Quand’ecco arrestasi,
si scuote e langue,
col piede immobile,
tinto di sangue.

     Corro, e col dittamo
30gli porgo aita,
e, cauto, medico
la sua ferita.

     Ma invan di reggersi
sul piè s’affanna,
35per meco giungere
alla capanna.

     Vel reco, e morbido
letto di fiori
meco gli tessono
40Nisa e Licori:

     Nisa, dai languidi
azzurri lumi;
Licori, tenera
cura de’ numi.

     45Tre volte il roseo
manto disciolse
l’Aurora, e l’umide
briglie raccolse,

     da che l’amabile,
50sanato nume
rivolse al ciprio
lido le piume.

     I geni esultano
al suo ritorno,
55e liete plaudono
l’ore del giorno.