Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/254

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248 scherzi



     Il labbro tumido
il dolor ange:
l’arcier di Venere
60lo vede e piange.

     Ove regnavano
baci e sicure
gioie, vi regnano
crude punture.

     65Le luci amabili
non piú vivaci
ridon, ma sembrano
languide faci

     presso ad estinguersi,
70o stelle in cielo,
che a pena veggonsi
tra denso velo.

     Non piú le nivee
e turgidette
75sue poma, ai ciprii
misteri elette,

     il seno aggravano
rotonde, intatte;
piú non albeggiano
80di vivo latte.

     Numi dell’etere,
non mi rapite
Fille; e tu, livido
del sordo Dite

     85nocchier, ripòsati
sul pigro remo
inesorabile
al guado estremo.