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parte prima. | 171 |
ad accatastarsi nei fondi declivi del monte, dove fra i loro rottami ulula e sibila il vento. Odi tu voci su in alto? — di lontano? — da presso? Sì certo tutta la montagna risuona di un tempestoso magico canto.
Streghe in coro.
Traggon al Brochen le Streghe in masnada:
La stoppia è gialla ed è verde la biada.
Sovra la cima è il solenne ridotto;
Là siede Uriano sul sasso dirollo.
Vassi per greppe, per bronchi e per stecchi.
Le streghe.... putono i becchi.
Voce. La vecchia Baubo vien sola soletta;
Sur upa scrofa ella monta alla vetta.
Coro. Onore, onore a chi onor si conviene!
Onore a Báubo, a madonna che viene.
O, che mirabile scrofa cavalca!
E che codazzo di streghe! che calca!
Voce. Tu, che via festi?
Voce.
Passaimene presso
All’Inselstaino. Ivi dentro d’un fesso
È una civetta; — nessuno la tocchi!
Volli guatarvi, e m’ha fatto un par d’occhi!
Voce. Perchè sì forte? Deh, va in tua mal’ora!
Voce. E m’ha graffiata, che sanguino ancora!
Coro di Streghe.
La via è larga, per tutti v’è loco:
Questo affollarsi è un orribile gioco!
Scopa, ti pellina; forca, ti stroppia;
Affoga il bambolo, la madre scoppia.
Stregoni-semicoro.
Il nostro andare è un andar di lumaccia;
Ve’ come innanzi ogni donna si caccia!