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172 | fausto. |
Chè quando a casa del diavolo vassi
Le donne han sempre su noi mille passi.
L’altro semicoro.
Cotesto è grande sottilizzamento:
Se in mille vanci le femmine drento,
Ancor che vadan più ratte che sanno,
D’un salto gli uomini drento ci vanno.
Voce all insù.
Vien su! Ti sferra dai sassi, se puoi.
Voci all’ingiù.
Noi volentier su verremmo con voi.
Siam lindi e lucidi, garbo abbiam molto;
Ma tutto è indarno; il salire n’è tolto.
Ambo i cori.
Le stelle fuggono, l’aer s’abbonaccia,
La Luna vela la mesta sua faccia.
Ronzando i magici festivi cori
Sprizzan per l’ombre infiniti fulgori.
Voce all ingiù.
Aspetta, aspetta! Deh, siimi cortese!
Voce all’insù.
Laggiù chi grida tra l’orride scese?
Voce all’ingiù.
Teco mi togli! deh, teco mi togli!
Da trecent’anni vo su per gli scogli,
Nè posso al sommo condurmi; e starei
Pur volentieri lassù co’ par miei!
Ambo i cori.
Porta la scopa, la forca, il bastone;
Per l’aer valica ratto il caprone.
Se per salir non sai oggi aver ali,
Tu se’ spacciato, in eterno non sali.