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130 ercole luigi morselli

come aguglioli, a fare il progressista per deliziarli tutti. E tutti facevano a gara per ingozzarlo d’ogni ben di Dio, e così il maialetto ingrassava a vista d’occhio, e diventava impertinente, in ispecie con quel gigante dormiglione e col vecchio cane.

Ma più ingrassava, e più cresceva in quei zotici cacciatori la voglia di mangiarselo. E il maiale lo capiva: ma siccome vedeva che in quella brigantesca compagnia ogni qualvolta uno voleva, l’altro subito disvoleva perchè il compagno non l’avesse vinta, così sperava che quella gente non sarebbe mai venuta a capo d’ammazzarlo, e pensava soltanto a mangiare più che poteva alle loro spalle.

Il giuoco durava alla meglio; ma un giorno finalmente il maiale si persuase che, anche a costo d’ammazzarsi dopo tra loro, quei banditi prima o poi lo avrebbero scannato, tanta era la bramosia suscitata dalle sue carni. Allora ebbe un’idea geniale che nessun altro porco aveva mai avuto prima di allora. Disse a quella losca combriccola: — Se volete mangiare un po’ della mia carne, accomodatevi pure: non importa ammazzarmi per questo! Che mi faccio per esempio delle mie gambe di dietro? tanto io non ho nessuna intenzione di camminare. E delle mie gambe davanti? niente affatto! perchè non ho nè bisogno nè voglia di lavorare. E delle orecchie? e degli occhi? e del cervello?... Sono tutta roba superflua per me! Serbatemi la bocca e la pancia, questo mi basta: e datemi da mangiar bene.

Figuratevi se ebbe bisogno di ripeterlo due volte!

Gli zampetti le orecchie e la frittura toccarono all’impellicciato e a quello dai baffi, e se ne dovettero contentare perchè l’anima lunga e Jacques diventati