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212 una goccia di rhum

di Parigi e il sacrificio come un gioiello, per ammirarsi sopra ogni creatura. E subito le caddi a’ piedi, le chiesi perdono.

— No — diss’ella, alzandosi — è forse meglio lasciarci così; si soffre meno.

Invano la supplicavo, la scongiuravo, sempre ginocchioni, trattenendole una mano.

— Si soffre meno — ripeteva — si soffre meno.

La sua voce lottava col pianto, ma vi si sentiva il dispetto di questa debolezza dei nervi; la mano che trattenevo mi fu tolta.

Sorsi in piedi. In quel momento suonò mezzanotte.

Elena, ritta, non mi parlava, non mi guardava, pareva aspettar ch’io partissi.

Tolsi dal volume di Leopardi, ch’era sul tavolino, un ramoscello d’olea fragrans postovi da lei per segno la sera innanzi, e dissi piano: