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234 pereat rochus


scosse di passi sgangherati, tutto d’un pezzo, le braccia in parentesi, la schiena in arco, facendo Dio sa qual cipiglio alla ghiaia della strada maestra. Ruminava le parole oscure della signora Carlotta, la cui gravità gli entrava adagino nel cervello grosso. Ruminava pure la prossima congrega, il pereat mundus e le sottili ragioni, mal capite, del professore; e anche la spiegazione del Vangelo per l’indomani, che non era ancora ben pronta. Tutta questa roba gli s’impasticciava qualche volta insieme nella testa. Non si doveva condannare la innocente Lucia, pereat mundus. La signora Carlotta era quasi una padrona per lui; ma quell’altro gran padrone? Nemo potest duobus dominis servire; così, fratelli dilettissimi, l’odierno Vangelo.

Aveva anche perduto al terziglio, povero don Rocco, come sempre; e ciò gli