Che più da me richiedi?...»
E a lui prostrata cade
Quella regal beltade
130Che fra’ singhiozzi profería: «deh cedi!»
Con impeto amoroso
Rialza ei la pudica
Troppo severa amica,
Ed avvampar più sente il foco ascoso.
135Esclama poi tremante
Dal pianto suo conquiso:
«Rasciuga il dolce viso!
Chè al tuo pregar non regge un’alma amante.
Ma vegga Italia omai
140Te di Lotario sposa,
O questa a me oltraggiosa
Vita abbia fin che per te sola amai.
Forse parole estreme,
O donna, io ti favello;
145Ma o teco o nell’avello,
Tuo sarai quei che sol te perder teme».
Il pallido sembiante
D’ alto martire è impresso;
E riguardando in esso
150Ella smarrita stassi al prence innante.