Dammi, dammi, o Dio tu forza!
Tua pietà piangendo invoco;
Tu lo sai se puro è il foco
Onde avvampo, o lassa! invan; 65O tu in me la fiamma ammorza
O non vegga io più il doman».
Così canta la donzella;
Quando il ponte ode percosso;
Il suo cor nel petto è scosso 70Chè del prence egli è il destrier;
Guata e palpita la bella,
Varca il ponte il cavalier.
Dal verone ella discende
Fra i boschetti del giardino 75A cui stanza aver vicino
Suol Lotario il suo sospir;
E fin l’alito sospende
Nel suo trepido desir.
Nel più folto del vïale 80Dove sorge un gran cipresso
Pronunziare in tuon sommesso
Ode il nome del suo ben;
Freddo un brivido l’assale,
Ma il terror comprime in sen.