«Ah non il mio qui traggemi,
Signor, ma il tuo periglio;
Da queste mura involati! 125Questo ti dò consiglio:
Giurava alcun di spegnerti;
Ma, il credi, invan giurò.
Ch’io salvi quel magnanimo
Che il padre a me salvò».
130— Oh ciel! saria possibile?..
Tu sei? — Rosilde io sono».
Ella tremante scopresi;
A lei dinante ei prono
Contempla il viso angelico 135Suffuso di rossor;
Appena il crede e turbasi
Per moto arcano il cor.
— «Come rifulge l’iride
Appresso alla bufera; 140Come la luna argentea
Schiara una mesta sera;
Così ti veggo splendere
Di non mortal fulgor,
Fanciulla!.. ah tu sei l’angelo 145Di pace apportator».