Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/163

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guardo al suo lungo e zelante magistero di 46 anni, e per l’utile opera prestata all’Istituto degli Istruttori.


La flora nulla presenta di speciale, ad eccezione del cytisus sessilifolius che scendendo per l’onde dell’Adda approdò agli scogli di Trezzo.

In quanto alla fauna oltre la passera solitaria, che, come già abbiamo avvertito, s’annida nelle fenditure del castello, venne presa colà, nel 1839, una cicogna bianca; volatile assai raro in Lombardia.

Chiuderemo con un cenno sui pesci dell’Adda di più frequente pescagione in prossimità del castello. Sono dessi la bottatrice (mil. bottrisa, lat. lota vulgaris), il barbio o balbo (balbus fluviatilis), il carpano (cyprinus carpio), la tinca (tinca vulgaris), il vairone (leuciscus maticellus), la scardola o piotta o pesce del diavolo (scardinius), la trota (salmo trutta), le lamprede (petromyzon planeri e ammocœtes branchialis), il temolo (thimallus vexillifer), il cavezzale, detto anche cavedano o cavazzino (leuciscus cavedanus), il ghiozzo (mil. bottino o bottola, lat. gobius fluviatilis), il persico (perca fluviatilis), la ghisla o ghisela (mil. usellina, acanthopsis tœnia), la salenna (forse il cyprinus nasus), che si trova anche nel Lario; finalmente i pesci chiamati in luogo sanguinetti e baracani.