Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/75

Da Wikisource.

69


Malcontento poi lo stesso duca che il castellano

    vimo dato de nostra propria mano, senza el quale, se bene avesse tutti l’altri contrasigni, non usciray dai castello quando vero te scriverimo per lettere sottoscripte de nostra propria mano, et signate de mano de uno de dicti nostri secretary, sigillate del nostro ducale sigillo, et mandarimo el contrasigno te havimo dato de nostra propria mano, allora faray quello te scriverimo, etiam che non havessi l’altri contrasigni.
    Tertio. Perchè dicto nostro castello et rocha sia sempre in tua possanza, non volimo che in dicto castello lassi may per tempo alcuno per lettere te fossero scripte, nè per ambassate o comandamenti te fossero facti, senza nostra licentia intrare in castello più de VI persone ad uno tracto, e in la rocha più de due persone sino in tre.
    Et quando nuy vorimo che per guardia della fortezza o per altra casone che per consignarle ad novo castellano, nel qual caso volimo observi el primo capitulo ad literam como sta, lassi entrare più de VI persone ad uno tracto, et più de tre in la rocha, te lo diremo de nostra propria bocca, aut te lo scriverimo per lettere sottoscripte de nostra propria mano signate, de mano de uno de dicti nostri secretarii, sigillate del nostro ducale sigillo, et ancora sigillate dentro della nostra corniola che impreme uno arbore de uno pino ed in pede d’esso pino uno cane in cera rossa, come sta qui da capo, et etiam te mandarimo el contrasigno te havimo dato de nostra propria mano, senza el quale non volimo accepti alcuno, se bene havessi tucti l’altri contrasigni. Quando vero te scriveremo per lettere sottoscripte de nostra propria mano et signate de mano de uno de dicti nostri secretarii, et sigillate del nostro ducale sigillo, et te mandarimo el contrasigno te havimo dato de nostra propria mano, allora faray quello te scriveremo, se bene non havessi l’altri contrasigni.
    Quarto. Volimo che tucte le nostre mnnitione troveray in dicto nostro castello, aut li farimo mettere per l’avenire, le debij ben guardare et conservare, et de quelle non ne dare, nè consumare cosa alcuna, nè picula, nè grande, per lettere te fossero scripte o comandamenti te fossero facti, se non haveraj licentia da nuy de propria bocca, aut in scripto, et sottoscripta de nostra propria mano, signata de mano de uno de dicti nostri secretarli et sigillata del nostro ducale sigillo.