Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/91

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ripetuti ordini al castellano di Trezzo, affinchè con tutta diligenza assumesse informazioni intorno al vero stato delle cose.

Impariamo pure da una lettera di Bartolomeo Calco (2 di marzo del 1499) al nostro castellano che Caterina, vedova di Tomaso Crivello castellano delle Torrette, desiderava d’essere esonerata dall’officio, sì per non poter ella ben soddisfare al bisogno della fortezza, sì ancora perchè quel soggiorno non le tornava conveniente. Fu perciò che il medesimo Calco ordinò quattro giorni dopo a Cristoforo di Calabria di mandar colà alcuni suoi compagni ad assumere temporariamente la guardia del forte in sino alla nomina di altro apposito castellano.

Cristoforo eseguì il 13 le superiori prescrizioni. Indi il duca designò a castellano delle Torrette un Andrea da Lugo, il quale tosto il dì appresso mandò colà suo figlio Giacomo Maria a vedere il propizio alloggiamento.

Già fin dal tempo che era governatore del castello Guid’Antonio Arcimboldo, vi era stato tradutto Galeotto del Carretto prigione del conte di Cajazzo, a condizione che, ad ogni richiesta del conte stesso, gli si dovesse riconsegnare. Fu nel marzo di quest’anno che il Cajazzo deliberò di estrarne quel prigioniero, e perciò vediamo il duca Lodovico con suo autografo del giorno 5, ordinare al nostro castellano di consegnare Galeotto nelle mani di quel qualsiasi messo che il conte a tal fine invierebbe. Sul cadere del maggio (29) poi, trattan-