Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/93

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angelica 61

Eccoci. Questa è la casa. Si spazzino via dalla piazza tutti i borghesi.

(I soldati eseguiscono l’ordine).

E’ quella la porta? No, non voglio entrare. Perchè? Perchè non sono ancora le quattro. Un Reggente deve essere esatto e io non voglio lasciar credere che ho paura. Io non arrivo, preparo il mio arrivo. Tenente, lei ha disposto molto male i suoi uomini. E’ sicuro che la pulzella sia in casa?

tenente

Altezza, sì.

reggente

Riposo!

tenente

Riposo!

comandante dei pretoriani

Riposo!

reggente (al sottotenente)

Lei conosce forse la tattica, ma non la coreografia. Dove ha lasciato le spalline e i pennacchi dei suoi soldati? Lei dovrebbe conoscere i miei principi: nei giorni di rivoluzione i soldati devono essere in grande uniforme come nei giorni di festa.

Entrerò da questa strada. I soldati devono servirmi da sfondo. Li allinei su tre ranghi, metà a destra e metà a sinistra della porta, le spalle al muro, la fronte a me. (Il tenente eseguisce l’odine). Bene! (Il Reggente guarda di sottecchi come un pittore fa per un suo quadro).

La prima fila si inginocchi come per tirare. Così! Comandante! Il tappeto. (Un pretoriano svoltola un lungo tappeto rosso). Lo distenda innanzi