Pagina:Ferrero - Appunti sul metodo della Divina Commedia,1940.djvu/214

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romanzo, o in un atto come questo si ritaglia tutto un dramma. Quando si pensa che al principio G. e R. si parlano lungamente per la prima volta e alla fine sono già sposi, con una separazione, un altro appuntamento di mezzo, e tutto questo è in un atto, e senza uno scorcio! Si può anche osservare che aggiungendoci qualche spiegazione per il pubblico sulle lotte fra Capuleti e Montecchi, tutto il primo atto si potrebbe saltare senza che il dramma ne soffra. E questo, per Dio, non è un complimento, per un dramma. Il quale è un complesso di tante belle scene staccate e appiccicate insieme un po’ alla carlona, ma non un’unità ben meditata.

ATTO III — SCENA I — Nella piazza pubblica. Benvoglio e Mercutio discorrono coi loro uomini. Arriva Tebaldo che cerca di stuzzicare i due per venire alle mani. Mercutio gli risponde salato. Tebaldo sfodera la spada e dà un colpo mortale a Mercutio. Romeo piange su Giulietta che gli ha tolto il coraggio di aiutare l’amico... e all’annuncio che Mercutio è spirato sfodera a sua volta la spada e uccide Tebaldo. Entra il Principe con padre e madre Capuleti e decreta che Romeo sia immediatamente bandito da Verona.

La scena è in certo senso troppo simile alla prima scena del primo atto, la quale (avendo

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