Pagina:Ferrero - Diario di un privilegiato, Chiantore, 1946.djvu/226

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leo ferrero

pallida luce, lontano da Roma, penserò con nostalgia alla dolcezza di queste donne, al mare che trema come una linea opaca sugli orizzonti della Maremma, ai bimbi ruzzanti dinnanzi alle porte dei grandi palazzi inutili, ai fiori di Trinità dei Monti, e libero di me, signore di me stesso, rimpiangerò per un momento la inumana e sovrumana opulenza di questa città che aveva la forza di sottomettermi.


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