e solenni, hanno il Popolo d’Italia nelle mani. Il Questore legge ad alta voce l’articolo in questione e comunica al papà con aria grave «la diffida» (il primo grado delle punizioni speciali prima del confino). «Per la diffida, il diffidato non può più occuparsi di politica nè avere contatto con fuorusciti o con gente sospetta, non può parlare in luoghi pubblici, ecc.».
Dopo la diffida il Prefetto legge a papà una lettera terribile del capo del Governo la quale finisce dicendo che «là Rivoluzione francese trattava i suoi nemici in ben altra maniera e per misfatti assai meno gravi, faceva tagliare la testa ai suoi nemici». Il Prefetto notifica che ordini erano venuti da Roma di rimettere immediatamente a Ferrero la sorveglianza, non più per precauzione, ma per punizione. Dopo questo discorso il Questore se ne va, il Prefetto prende un tono confidenziale, dice a papà che «diffida» e «sorveglianza» sono solo «una mi-