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TELEMACO
                    Ma che posso fare
qui, tutto solo e senz’aiuti, in mezzo
ad una turba che mi vuol far male?
EURIMACO
Figlia d’icario, se t’avesser vista
tutti gli Argivi di Mecene e d’Argo
banchetterebbe una ben più temibile
turba di Proci a questa ricca tavola,
sino dall’alba. Perchè non v’ha donna
che ti somigli per bellezza e senno.
PENELOPE
Eurimaco, bellezza e senno, tutto
m’han rapito gli dei, quando gli Argivi
sciolser per Troia, e con gli Argivi Ulisse.
Ma più non spero, e siete troppo forti,
Proci, e v’annunzio: Ora è venuto il giorno
delle mie nozze. Ulisse aveva un grande
arco tagliato in salice divino.
Per gioco egli soleva conficcare
dodici pali, simili ai puntelli
di nave, nella corte colonnata,
e li passava con l’acuta freccia.
Domani all’alba vi farò portare
l’arco e il turcasso dell’Eroe: se qualche-
d’uno di voi sa trapassare i dodici
anelli in fila, lo farò mio sposo,
lasciando questa casa, ove i ridenti
anni passai della mia prima vita,
e che rimpiangerò persino in sogno.
Ma non si guardan più l’usanze antiche,