Pagina:Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu/166

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fino e più rozzo il gusto che commetteva i lavori e li giudicava.

Immaginare una storia «materialistica» di Roma sarebbe come voler scrivere una storia cattolica o protestante dei Faraoni. Ma come è nato allora questo svarione di critici orecchiuti e orecchianti? Nella storia degli ultimi due secoli della repubblica c’è un paradoso apparente: più Roma e l’Italia arricchiscono e più sono rovinate; più si ingrandiscono fuori, e più si indeboliscono dentro. L’aristocrazia romana si trova padrona di un immenso impero, quando non è più capace di governare e amministrare una città! Massime nell’ultimo secolo della repubblica ogni vittoria è una catastrofe. Parecchi storici avevano visto o intravisto, tra le cause di questo singolare dissolversi per troppo vincere, gli influssi della cultura greca — arti, filosofie, industrie, religioni, costumi, lussi, piaceri — sull’antica società latina, aristocratica, tradizionalista, bigotta e puritana. Ma questa causa non è la sola, ed è, per dir così, una causa seconda, derivata da un’altra, meno visibile e più profonda: l’oro delle conquiste. Fenomeno economico? Per chi cerca nella natura umana la ragione profonda della storia, questa azione della moneta è un altro esempio della padronanza e tirannia che tanti oggetti creati dall’uomo a servirlo esercitano sul loro autore. Che cosa è la moneta? Non è la ricchezza, ma una ricchezza; ossia uno dei tanti beni desiderati dall’uomo, ma in sè e per sè non dei più necessari, perchè i metalli preziosi, tanto pregia-