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ogni parola è giustificata da quella che le succede, nella misura in cui catturano l’infinito, quando il poeta le accoppia. Dinnanzi a una collana di note o di atteggiamenti noi ci stremiamo invece a inseguire, in ognuna di queste parti connesse, l’ordine che le riunisce. Dinnanzi a un pezzo di musica o a una danza siamo come dei profeti eternamente smentiti: non possiamo non prevedere, in base a ogni nota e a ogni gesto, le note e i gesti che nascendo dopo di loro devono modificarli. Ma un’opera d’arte non ci piace che se ci disorienta: e il nostro maggior piacere è di costruire a ogni secondo dei piccoli universi che saranno meno belli di quelli veri, e che crollano continuamente.

Non vogliamo per ora occuparci di questa categoria di belle arti; rileviamo invece che le belle arti hanno da esser partite in due classi, non perchè siano particolarmente diverse una dall’altra, ma perchè le consideriamo in due modi. Si devono in verità dividere le belle arti, non già in base