Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu/114

Da Wikisource.


XXIX.


     La marina rifulge simile a terso argento;
Non un fiocco di nube, non un filo di vento;
L’alcïon che coll’ali sferza l’acque tranquille
Le increspa e, alzando il volo, vi fa cader scintille.
Libellule e farfalle i fiori hanno lasciati
E, attratte dalla calma, i deboli meati
Cimentan per vedere negli azzurri cammini
Rotear gaiamente la danza dei delfini...
Empie un alto riposo l’Universo ferace,
Tutto il ciel dice: Amore! tutto il mar dice: Pace!