Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu/63

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i tre amanti di bella 59


Fu caso; fra i suoi libri presi un Catullo in mano,
Tu sai quant’io l’adoro quel peccator romano!
Lo tengo sempre meco; ma un ultimo esemplare
Che avea comprato a Siena, lo diedi al mio compare;
Or contrattando questo, perchè oltremodo usato,
(Il libro è come il fiasco, mi piace impolverato)
Ve’ che vi leggo un nome...
                                        — Il mio...
                                             — Siam sempre al verde?
— La vita...
               — E un giocherello!
                                   — Chi guadagna e chi perde!
— Via, ma vendere un libro che non costa un ducato...
— Erano quattro giorni ch’io non avea pranzato!
— Eppur — Catullo in ghetto per desinar non vale;
O che gli hai dato a braccio Virgilio o Giovenale?
— Erano usciti prima, usciti in processione,
Un dopo l’altro, tutti...
                                   — Il tuo bel Cicerone?...
— Eccolo —
                    E si toccava la giubba di velluto.
— Davver non lo ravviso, e gli nego il saluto.
E le sante Pandette?
                              — Eccole —