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SECONDO 97

altro; perche per alcun modo non voglio, che al cavallo sia nuovo non esser gastigato, & aiutato con li predetti aiuti, & specialmente quello della voce. Nelli maneggi poi che si può usar la bacchetta dico, che si proceda di modo che si giovi à quello, in saper batterlo con essa, la quale secondo il tempo s’ha di adoperare, facendo il tutto aggraciatamente, & con bel modo; acciò che il cavaliere con essa non faccia brutto vedere, come hoggidì è fatto da molti. Ma perche non si maravigli alcuno, che io dica spiacermi usar questi aiuti in cavalli ammaestrati, con tutto, ch’essi siano buoni adoperati però al suo tempo, dirò in ciò l’intentione mia; la quale è, che fra l’altre parti non buone, è male udire un cavaliere gridar à cavallo, & brutto vedere è poi anchora dimenarsi assai con le membra, & con la vita; perche solo si ha egli à movere un pocchetto con quella à certo tempo per aiutarlo, accioche da lui sia fatto il voler suo, mostrando ancho con ciò à risguardanti di non essere statua anzi haver garbo, & maniera di star à cavallo. Causa anco ciò spiacermi perche il grido che fa il cavaliere, & il fischio della bacchetta sono simili à quelli, che sogliono usare i cocchieri nel guidar cocchi, ò carrette, perche essi ciò sogliono fare, & con la voce, & con la bacchetta in mano, overo con la sferza; alle qual cose quando’l cavallo vi fusse avezzo saria tanto peggio; perche accadendo il cavaliere non volesse, ò non potesse usarle, impedito egli da qual si voglia cagione non le sentendo il cavallo, sarebbe non troppo ubidiente. Però non bisogna, che paia strano al cavallo non essere aiutato con quelle, & parimente ancho al cavaliere di non havere essa bacchetta in mano. Et questo dico, perche sono alcuni tanto avezzi con quella, che alle volte non l’havendo impensatamente dimenano, non tanto la mano, ma etiamdio il braccio, si come l’havessero; & più anchora, che non farebbero se quella tenessero; à tal, che par proprio habbiano quello scavezzo. Della quale bacchetta se alcuna volta paresse bene al cavaliere servirsi per più vaghezza lo faccia; ma con tal maniera, & destrezza, che satisfaccia non solamente all’animo, & appetito suo, ma a quel de gl’altri. Et se vorrà ancho con essa gratare il collo alli cavalli, massime alli giovani, lo può fare; quando però essi danno occasione, che li sia usato lusinghe, & carezze; & se non basta con la bacchetta si faccia con la mano, & vooce ancho, usandoli all’hora più, che si puote altri simili vezzi, acciò cresca ad essi ogni dì l’animo di far bene. Et perche io non vorrei, che alcuni si dessero ad intendere che io non sapessi ben l’effetto, che fa l’aiuto della voce, per aborrirla come faccio, nel cavallo ammaestrato; per ciò egli m’è parso scriverlo, si per questo, come ancho per causa di quelli, che no’l sanno; acciò che cresca lor l’animo volontier servirsene, ma in cavalli non anchora ben disciplinati. Della qual voce dico, che nel cavallo opera questo, che non solo di essa n’ha gran tema, ma ancho gli accresce l’animo ingagliardendolo anchora, mutandosi però il tono di essa. Peroche avviene a loro come à soldati, i quali quantunque siano stanchi & lassi, sentendo il suono delle trombe, & tamburi allegro, & gagliardo, crescono d’animo, & par che raddoppino le forze. Il che, secondo il mio giudi-