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seghetta si opera ancho, che il cavallo non sliscierà così facilmente, & questo senza alcun nocumento del pie; & massimamente nelle parti più deboli, che sono le calcagna; perche si fa la grossezza di dietro uguale senza altro, che aguaglia l’altre parti. Volendosi etiamdio fare il ferro senza seghetta si può, con fare il suo cambio, che tutti i chiodi, che se gli pongono, siano d’honesta testa; acciò in opra rilevino alquanto. Et per fare tale effetto son buoni li chiodi Francesi, & se si vuole più rilevo, togliasi di quelli, ch’io dissi nel quinto capitolo, che adoperano Turchi. Di quelli da ghiaccio non dico; perche faria per mio giudicio troppo rilievo. Viensi ancho à far questo di buono, che non lasciano tal chiodi cosi facilmente slisciare il piede. Dunque conchiudendo dico, che molto bene al tutto si avertisca, & si miri sopra ogn’altra cosa, che l’imbordiggione non super gl’altri aiuti, & non tanto in questa sorte di pie, ma in ogn’altro, che siasi sghiocciuolo. Posto poi che s’haverà il ferro, che si vorrà in opera s’ha d’aguagliare l’unghia co’l coltello, & mazzo, facendo pulita con la raspa accio che non si manchi di quanto si dee, & ancho perche non si possa essere opposto d’alcuno. Et avertiscasi, che la grossezza del ferro nella parte di dietro non inganni; perche crescendo l’unghia, & non si frustando cosi facilmente il ferro, potria nocere al pie del cavallo; ma quando par sia bisogno rimetterlo si faccia.


Del modo, che si dee tenire nel ferrare i cavalli giovani che non hanno buon tenerume d'ossa, nel calcagno. Cap. XXII


IL più delle volte il cavallo nutrito, & allevato, non in luogho montuoso, ne sassoso, ma paduloso, & lutoso, riesce con il pie tenero; & fra l’altra tenerezza d’esso col tenerume d’ossa, & co’l calcagno troppo molle. Per tanto dico, che quando si conosca essere troppo molle quelle parte, è bene, che sia ferrato con mezo ferro, detto a lunetta, per alcuni mesi; perche andando dal mezo indietro sferrato, verrassi ad indurire quella parte; & il cavallo anco cosi si avezzarà à maneggiar meglio, & le braccia, & le spalle; perche volendo esso fuggire la passione, che sentirà nel porre il calcagno in terra, massimamente nel trottare, subito levarà quelle. Et si sappia, che questo tal cavallo oltre il bene essere ferrato, ricerca temperata fatica, fuggendo sempre nell’ammaestrarlo li luoghi sassosi, & di sodo terreno; perche dandoli gran fatica, & massimamente ne predetti luoghi, patisce, non tanto ne i piedi, ma ancho ne i nervi delle braccia, & per consequentemente tutto il resto del corpo. Quando poi à questo piede nel ferrarlo s’haverà spuntato l’unghia tanto, che si conosca essere bastevole, & che le sue calcagna s’haveranno alquanto aperte con l’incastro, col quale non si dee in esse troppo entrare, & giustatole, & fatele uguale, perche siano proportionate, voglio all’hora si metta il ferro a lunetta; che operarà, che il calcagno, se ben non crescerà, per non v’essere ferro alla diffensione di quella parte, almeno indurirà. Avertendo però di non tener il modo d’alcuni, che lasciano trascorrer il pie tanto con simil ferratura, non lo ritor-