Pagina:Fillia - L'ultimo sentimentale, 1927.djvu/38

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Frugarono volgarmente, disordinarono le carte, s’impossessarono di molte cartelle e molte lettere — quindi ridiscesero in silenzio. Farro stimava inutile protestare con gli agenti.

Nel vestibolo trovarono Sona, che il Direttore dell’Albergo aveva già avvisata. La polacca chiese di seguire il compagno al Palazzo del Governo. L’aspetto energico della donna decise il mulatto-capo ad acconsentire. Entrarono in un automobile che li aspettava.

— «Io temo» — disse Sona in italiano — «che questo sia uno scherzo feroce di Juanil. Sferzato crudamente, tenterà qualche mezzo oscuro per vendicarsi».

Farro condivise la probabilità di questo parere intuitivo. Una rabbia fredda gli tormentò i nervi, nell’incertezza dell’azione.

Un individuo piccolo e falso, riparato dietro la lastra immobile delle lenti, li interrogò:

— «Siamo stati chiaramente informati della vostra segreta attività: dietro la maschera persuasiva dell’arte celate uno scopo di propaganda sovversiva, pacifista, per intaccare l’opera del Governo, in questa grave vigilia di guerra contro il Cile».

Sona e Farro protestarono vivamente, ma era difficile stabilire immediatamente la portata dei loro rapporti e della loro attività.

— «Basta! Prenderemo all’istante le misure necessarie per ogni informazione. Se nulla risulterà a vostro carico sarete liberati, ma in caso contrario