Pagina:Fillia - L'ultimo sentimentale, 1927.djvu/45

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sibilità e l’arte di Sona si sarebbero svolte ugualmente, senza affrontare l’ignoto.

Egli aveva la responsabilità di questa situazione.

Mille umiliazioni, mille ferite, mille schianti che turbinavano attorno al suo cervello: sembrava che il cervello fosse il centro bruciante di un sistema solare d’emozioni.

Provò la tentazione di scomparire, di allontanarsi per sempre da lei, di annullarsi per permetterle di vivere. Ma il suo sentimento prevalse improvvisamente ricordandogli il proprio dominio insuperabile.

Tutte le potenze interiori della sua disperazione si tesero in uno sforzo supremo per vincere il dramma dell’esistenza, per aiutare la felicità del suo amore.

Non poteva più pensare.

Camminava rapidamente nell’ardore della febbre.

Desiderava ora raggiungere la compagna, nella camera triste per appoggiarsi a lei in uno sfogo di pianto e di amore, per farsi perdonare da lei il destino che li colpiva.

L’amante era in tutte le sue vibrazioni ed egli ne sentiva più che mai il bisogno animatore.

La raffica dei mille rumori lo strappò improvvisamente alla meditazione: l’ambiente allegro e luminoso gli allargò stranamente il pensiero.

Un impeto caldo l’afferrò: una lucidità nuova gli liberava i sensi, procurandogli una leggerezza fisica e morale che gli diede una sensazione di sollievo.