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omnnes honores et jura argenti et fodinarum. Dove sotto la parola di fodine non vuolsi intendere solo le miniera di argento, ma anche quelle di altri metalli, come di ferro e di rame, che erano nella valle di Ardesio dal Ponte nuovo di essa valle sino alla Scalugia verso Bondione1.

Un altro documento del 1235, 14 giugno, veduto dal Mozzi nell’Archivio Vescovile, e da lui indicato nel suo primo volume, Antiquitates Bergomi, Vol. F., p. 58., riferisce una Sententia data super laboreriis et statutis Comunis Pergami occasione venarum argenti in favorem R. D. Ja. Episcopi Perg. loco Ardesii. E sotto lo stesso anno si ha l’esame e la decisione di questa causa in una Bolla, rimasta fra le carte del Lupo, di Papa Gregorio, data Dom. Guale Episcopo Brixiensi super causam revocandi Statuta edita Bergomi contra Ecclesiasticam libertatem2.

Ed oltre a queste carte più comunemente note ed accennate in parte anche dal Rota3 e più particolarmente dal Ronchetti4, molte altre se ne hanno riferibili alle vicende di queste miniere d’argento, che noi trovammo registrate nell’accennato repertorio del Mozzi e che a quanto ci parve da un breve riscontro, pressochè tutte anche attualmente conservansi nell’Archivio del Vescovado, dove lo stesso Mozzi dichiara di averle vedute.

E del 1242, 11 aprilis, trovasi Relaxatio quaedam facta per D. V. Domini Potestatis, in qua fit mentio de quodam jure Episcopatas Pergami circa venam argentine.

Del 1243, 14 novembris, Sententia ficti montis de Ardizzono Valle de Adesio.

Del 1245, 31 maii, Charta circa laborem metallorum de Gromo juris Episcopatus Pergami.

  1. Vedi Ronchetti, lib. 14. pag. 30.
  2. Ivi, lib. 15, pag. 84.
  3. Storia antica di Bergamo, pag. 141.
  4. Lib. 7, pag. 629.