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102 Firenze sotterranea

Ecco quali mostri sono in fondo alli oceani della vita, la cui superficie apparisce così azzurra, e appena increspata, ai leggieri osservatori.

Tutti parlano del Ghetto: quanti lo conoscono bene? Il male vi si è a poco a poco talmente radicato, propagato, che oggi fa rabbrividire: ma non già a chi si rifiuta di studiarlo, a chi passeggia nelle sale fastose, e tien per uomo fantastico, che racconti sue visioni, uno scrittore sincero, affezionato alla città, che potrebbe esser detta la gemma d’Italia.

Il Ghetto fu sempre luogo d’infamia. Infamia per tutti, oltraggio ad ogni idea d’eguaglianza e di giustizia sociale, sin da quando servì come di carcere, ad una razza intelligente, operosa: sin da quando gli uomini, come dimentichi della loro origine, compivano la più scellerata delle soperchierie: quella di segregare quasi dal consorzio umano una gente, che avea la più splendida qualità: era gelosa della sua fede, de’ suoi tabernacoli, delle tombe de’suoi cari, delle sue tradizioni, di ricordi gòloriosi per cui si soffriva.

Poi il sacrilegio, la iniqua diseguaglianza, che deturpava la terra, cessò, e tutte le genti furono riconciliate nel sublime amplesso della ragione e della libertà.