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Firenze sotterranea 219

vate le grandi miserie, le grandi tristezze, le immense abiezioni, senza rivolger loro una parola di conforto, senza soccorrerle, senza occuparci di lenirle o di riabilitarle!...

Tutte cose utilissime, splendide; tutte dimostrazioni sublimi, patriottiche, suggerite dalle migliori intenzioni, sono senza dubbio questi continui Comizi in cui si discute da uomini, che io amo credere istruiti, ben educati e competenti, sull’avvenire del mondo, sul rimpasto della società, sui fini supremi della democrazia.

Io ammiro per tutto l’agitarsi che fanno gli uomini per la libertà; sono anch’io un servitore fervente, un umile discepolo di quella democrazia, che ha da compire grandiosi doveri.

La libertà, la ragione, non potranno mai esser velate dagli errori degli uomini: l’errore è caduco, e le ecclissi della verità sono soltanto passeggiere. Io ho fede assoluta nell’indefinito progresso del bene: questa fede tutti dobbiamo alimentarla come un faro, che ci guidi nei momenti difficili, in cui pare che un’onda di tenebre cada sulla coscienza umana.

Ma noi siamo rósi dal tarlo delle dottrine fatue, delle agitazioni sterili e inopportune. Noi per diamo di vista il progresso per correre al pre-